La progettazione sostenibile: il ruolo strategico delle strutture prefabbricate in calcestruzzo per l'edilizia del futuro
01/07/2025
Sostenibilità
Ing. Antonella Colombo - Segreteria Tecnica ASSOBETON

Negli ultimi anni, la progettazione edilizia ha subito una profonda trasformazione. Da un approccio tradizionalmente focalizzato sulla verifica strutturale e sulla sicurezza, si sta evolvendo verso un modello complesso e integrato che pone la sostenibilità ambientale, economica e sociale al centro del processo progettuale. Questa transizione è guidata dalla crescente consapevolezza che il settore edilizio è responsabile di circa il 40% delle emissioni globali di CO₂ e di un significativo consumo di risorse naturali, rendendo la rivoluzione metodologica una necessità esistenziale.


Come sta cambiando la progettazione edilizia?

Un tempo, progettare un’opera significava soprattutto garantire che fosse sicura e stabile. Oggi, invece, la progettazione deve tenere conto di molti altri fattori: l’impatto ambientale dei materiali, il consumo energetico, la gestione delle risorse e la circolarità dei processi costruttivi.

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Questo approccio olistico è stato fortemente incentivato dalle normative europee e italiane sul Green Public Procurement (GPP), che impongono Criteri Ambientali Minimi (CAM) obbligatori in tutti gli appalti pubblici. La progettazione sostenibile mira a minimizzare l’impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita di un’opera, dalla produzione dei materiali alla demolizione, passando per la costruzione e l’uso. Questo include la riduzione del consumo di risorse energetiche non rinnovabili e la minimizzazione dei rifiuti che possono contribuire all'aumento della temperatura globale.


Gli appalti pubblici come leva strategica per la sostenibilità

Gli appalti pubblici rappresentano una leva strategica fondamentale per promuovere la progettazione sostenibile e guidare la transizione ecologica nel settore delle costruzioni e oltre. Costituendo una parte significativa del PIL europeo e della spesa pubblica italiana, offrono un’opportunità unica per orientare il mercato verso prodotti, servizi e opere a basso impatto ambientale, favorendo l’adozione di tecnologie verdi e processi innovativi. Il nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 36/2023) ha introdotto un approccio più rigoroso, obbligando le stazioni appaltanti ad inserire requisiti ambientali minimi e criteri premianti nelle procedure di gara. Questo significa non solo rispettare le norme, ma anche stimolare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale e promuovere la neutralità climatica.

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) definiscono requisiti specifici per diverse categorie, imponendo standard di efficienza energetica, riduzione delle emissioni, uso di materiali riciclati e gestione sostenibile dei rifiuti. La strategia del GPP incoraggia e obbliga le amministrazioni a considerare questi criteri negli appalti, contribuendo agli obiettivi della tassonomia europea per attività sostenibili e dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

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Attraverso gli appalti pubblici, la Pubblica Amministrazione può ottenere vantaggi concreti:

  • Promuovere l’innovazione: Acquistando prodotti e servizi che rispondono a criteri ambientali avanzati, si stimolano le imprese a investire in ricerca e sviluppo di soluzioni green.
  • Ridurre l’impatto ambientale: Favorendo materiali a basso contenuto di carbonio, efficienza energetica ed economia circolare, si contribuisce alla decarbonizzazione e alla riduzione dell’inquinamento.
  • Incoraggiare la responsabilità sociale: Tramite clausole sociali nei bandi, si sostiene l’inclusione, la sicurezza sul lavoro e la formazione professionale.

Nonostante i progressi normativi, permangono alcune sfide: la formazione insufficiente degli operatori pubblici (e non solo) sulla sostenibilità, la tendenza a limitarsi al rispetto minimo e non ragionato delle norme senza incentivare l’innovazione e la necessità di strumenti più efficaci per la rendicontazione e il monitoraggio degli obiettivi ambientali.


Il ruolo chiave delle strutture prefabbricate in calcestruzzo

In questo scenario di crescente attenzione alla sostenibilità, le strutture prefabbricate in calcestruzzo emergono come un elemento chiave per realizzare opere più sostenibili, durature e performanti. La prefabbricazione, basata sulla produzione in stabilimenti controllati, offre una serie di vantaggi concreti:

  • Ottimizzazione delle risorse e riduzione degli sprechi: la produzione off-site (fuori cantiere) permette di ottimizzare l'uso dei materiali e ridurre drasticamente gli scarti. Inoltre, gli scarti di produzione, sottoforma di sottoprodotti, vengono spesso riutilizzati favorendo un modello di economia circolare.
  • Riduzione delle emissioni di carbonio: la produzione off-site limita il trasporto di materie prime e le lavorazioni in cantiere, fasi ad alto impatto ambientale. Il trasporto di componenti prefabbricati finiti riduce significativamente le emissioni di CO₂ rispetto al trasporto di materiali sfusi e alle lavorazioni in loco.
  • Durabilità e minor manutenzione: il calcestruzzo prefabbricato è noto per la sua resistenza agli agenti atmosferici, al fuoco e all'usura. Questa durabilità si traduce in una minore necessità di interventi di riparazione o sostituzione nel corso della vita dell'opera, riducendo ulteriormente l'uso di materiali e risorse. La qualità costante garantita dalla produzione industriale assicura componenti più affidabili e performanti.
  • Efficienza energetica e comfort abitativo: le strutture prefabbricate in calcestruzzo beneficiano dell'inerzia termica del materiale, che contribuisce a mantenere temperature interne più stabili e a ridurre il fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento. L'integrazione di sistemi di isolamento avanzati e l'attivazione del nucleo in calcestruzzo permettono di migliorare ulteriormente la prestazione energetica.
  • Tempi di costruzione ridotti e cantieri puliti: la prefabbricazione accelera i tempi di realizzazione grazie alla produzione parallela dei componenti e al rapido assemblaggio in cantiere. Questo riduce l'impatto ambientale legato alla durata del cantiere (polveri, rumori, consumo energetico).
  • Impatto sociale e ambientale locale: riducendo i tempi di cantiere e i rifiuti prodotti in sito, la prefabbricazione limita il disturbo per le comunità circostanti e la pressione sugli ecosistemi locali, aspetto cruciale in aree sensibili o urbane.

In sintesi, le strutture prefabbricate in calcestruzzo rappresentano una tecnologia strategica per la progettazione sostenibile, capace di integrare efficienza produttiva, riduzione dell'impatto ambientale e qualità delle opere.

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Il Building Information Modeling (BIM): un alleato digitale

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Per gestire la complessità della progettazione sostenibile, il Building Information Modeling (BIM) si propone come uno strumento fondamentale. Il BIM consente di creare modelli 3D intelligenti che integrano dati dettagliati sulle prestazioni energetiche permettendo, tra l’altro, simulazioni avanzate per ottimizzare orientamento, isolamento termico e integrazione di fonti rinnovabili.

Grazie al BIM, è possibile inserire informazioni relative all'impatto ambientale dei materiali e dei processi costruttivi, facilitando l'analisi LCA già in fase progettuale e la scelta di soluzioni più sostenibili in linea con i CAM. Questo strumento può migliorare anche il coordinamento e la collaborazione tra i diversi professionisti, riducendo errori e sprechi, e supportare la gestione e la manutenzione post-costruzione, prolungando la vita utile dell'opera. L'integrazione con tecnologie emergenti come l'intelligenza artificiale e i digital twin apre nuove prospettive per opere sempre più resilienti e sostenibili.


Le nuove competenze per l'ingegnere strutturista

Per gli ingegneri strutturisti, questa trasformazione implica l'acquisizione di nuove competenze che vanno oltre la tradizionale analisi strutturale. È fondamentale integrare conoscenze in:

  • Normative ambientali e criteri di sostenibilità: GPP, CAM, LCA, Regolamento UE 305/2011.
  • Analisi del Ciclo di Vita (LCA): per quantificare l'impatto ambientale dei materiali e delle soluzioni progettuali.
  • Progettazione ecosostenibile: selezione di materiali a basso impatto, riciclabili o riciclati.
  • Uso avanzato di software BIM e modellazione 3D.
  • Collaborazione in team multidisciplinari.
  • Problem solving e pensiero critico: per bilanciare sicurezza, costi e sostenibilità.
  • Project management sostenibile e comunicazione tecnica efficace.
  • Aggiornamento continuo su innovazioni tecnologiche e normative.


La progettazione edilizia sostenibile non è più un'opzione

Con l’evoluzione della regolamentazione europea in tema ambientale ed il rafforzamento dei CAM, la progettazione edilizia è destinata a diventare sempre più sostenibile, trasparente e responsabile. L’obiettivo è quello di garantire che ogni nuova opera non solo risponda ai requisiti tecnici e di sicurezza, ma contribuisca attivamente alla tutela dell’ambiente e alla riduzione dell’impatto antropico, secondo i principi del GPP e delle strategie di sviluppo sostenibile europee e italiane.

La trasformazione in atto dimostra come la sostenibilità non sia un vincolo, ma un moltiplicatore di innovazione. La progettazione edilizia sostenibile non è più un'opzione, ma una necessità imposta da normative sempre più rigorose e da una crescente consapevolezza ambientale. Grazie a strumenti digitali come il BIM, a normative come il GPP e a nuovi modelli formativi, ingegneri e progettisti possono affrontare con successo questa sfida, contribuendo a costruire un futuro più verde e resiliente.

In questo contesto, le strutture prefabbricate in calcestruzzo si configurano come un pilastro fondamentale di questa evoluzione, offrendo soluzioni concrete per un'edilizia efficiente, duratura e a basso impatto.