Edilizia industrializzata e sport: legami e prospettive
06/04/2023
Sostenibilità
Ing. Antonella Colombo, Segreteria Tecnica ASSOBETON

Il 6 aprile 1896, ad Atene, nascono i primi Giochi Olimpici dell’era moderna. Nel 2013 l’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato il 6 aprile la giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace.

Con la celebrazione della giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, le Nazioni Unite riconoscono il ruolo dello sport nell'affrontare la crisi climatica, ridurre le emissioni di gas serra e mitigare i cambiamenti climatici. Lo sport ha davvero il potenziale per contribuire a cambiare il mondo e per interpretare questo ruolo occorre che anche i luoghi deputati all’accoglienza delle attività sportive siano progettati e costruiti per concorrere alla sostenibilità.

A sottolineare il ruolo chiave dello sport nei programmi di sviluppo italiani, l’ampio spazio previsto anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra le linee di investimento del PNRR è infatti previsto il programma “Sport e inclusione sociale”, per il quale sono stati stanziati 700 milioni di euro. Tre cluster di intervento. Il primo, e più rilevante, prevede la realizzazione di nuovi impianti sportivi, cui sono destinate almeno il 50% delle risorse stanziate dalla Commissione. Il secondo cluster include invece la rigenerazione di impianti esistenti, mentre il terzo riguarda la creazione o la rigenerazione di impianti esistenti delle Federazioni Sportive.

Lo sport in tutte le sue forme, praticato a livello agonistico e dilettantistico, rappresenta un importante strumento formativo d’integrazione sociale e di dialogo culturale, nonché un volano per la diffusione di valori fondamentali quali la lealtà, l’impegno, lo spirito di squadra e il sacrificio. Anche in Italia il ruolo di leadership dello sport sta per essere riconosciuto: sono passati infatti solo pochi giorni dalla data (23 marzo 2023) in cui la Commissione Affari Costituzionali ha approvato all'unanimità la proposta di legge costituzionale che inserisce lo sport in Costituzione. La riforma è stata già approvata in prima lettura dal Senato nel testo confermato dalla Commissione della Camera e che ad aprile andrà in Aula.

Ad oggi infatti la Costituzione non annovera alcun riferimento specifico all’attività sportiva o allo sport in generale; l’unico riferimento allo sport è presente all’articolo 117 comma 3, che inserisce l’ordinamento sportivo tra le materie di legislazione concorrente.

“Sport, attività fisica, sedentarietà” è il nuovo rapporto pubblicato dall’Istat dedicato all’analisi della pratica sportiva e dei livelli di sedentarietà della popolazione italiana. Secondo il rapporto Istat, la percentuale di persone di età superiore ai tre anni che praticano attività fisica e sportiva nel tempo libero è aumentata, passando dal 59,1% del 2000 al 66,2% nel 2021.

Dagli ultimi dati disponibili (anno 2021) si conta un giro d’affari totali della sport industry in Italia pari a circa 80 miliardi. Lo sport può però avere anche importanti impatti economici indiretti, consentendo, ad esempio, il risparmio di centinaia di milioni di euro in assistenza sanitaria. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, i costi diretti sanitari correlati alle quattro patologie principali associate all’inattività fisica ammontano a oltre 1,6 miliardi di euro annui.

Impatti economici enormi, ma non solo. Secondo l’ONU, lo sport è uno strumento per garantire a tutti i diritti umani e uno sviluppo sostenibile. Un ruolo che esercita assumendosi la responsabilità del proprio impatto sulle emissioni nocive, impegnandosi in attività climaticamente neutre ed incentivando la sua azione al di fuori del settore strettamente sportivo. Un ruolo importante nell'ampliare la consapevolezza dei suoi miliardi di spettatori, stakeholders e partecipanti a tutti i livelli. Con la celebrazione della giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, le Nazioni Unite ne riconoscono il contributo nell'affrontare la crisi climatica, ridurre le emissioni di gas serra e mitigare i cambiamenti climatici.

Il tema della sostenibilità dello sport è balzato sotto i riflettori grazie alle olimpiadi di Tokyo del 2020. Lo sport, per sua natura, comprende attività fortemente connesse all’ambiente e dall’ambiente molto influenzate: basti pensare agli sport all’aperto o agli sport invernali. L’impatto del clima sullo sport è inevitabile: e quello dello sport sul clima?

Se si parla di sport praticati a livello amatoriale in contesti di prossimità a quelli abitativi, in linea di massima lo sport in sé ha un impatto limitato sull’ambiente. Diversa cosa è quando si parla di manifestazioni di grande portata che possono riunire in un unico luogo migliaia di persone contemporaneamente.

A fronte di questa consapevolezza nel mondo sono già sorte tante strutture sportive che puntano sulla sostenibilità.

  • Lo stadio che ospita le partite della nazionale scozzese a Glasgow, Hampden Park, ha ridotto il consumo di acqua del 35% in 15 mesi dopo aver installato una serie di apparecchiature in grado di monitorare le anomalie e i consumi di picco nell’utilizzo della risorsa idrica.
  • Lo stadio olandese di Amsterdam, grazie al lavoro congiunto di 4 mila pannelli solari, una turbina eolica ed un complesso sistema di accumulo, è in grado, oltre che di produrre l’energia necessaria per auto-consumo, di produrre energia elettrica per le abitazioni limitrofe.
  • Il Lincoln Financial Field, casa dei Philadelphia Eagles, club professionistico della National Football League, incorpora la generazione di energia rinnovabile in loco grazie a oltre 11mila pannelli solari e 14 turbine eoliche che rivestono la parte superiore dello stadio e generano un terzo dell’energia totale dell’intero impianto.
  • A Doha, capitale del Qatar, in occasione dei mondiali di calcio 2022 è stato realizzato il primo stadio ad emissioni zero, in grado di sfruttare l’energia solare per generare aria fresca.

La scelta dei materiali e delle tecnologie per la realizzazione delle strutture sportive gioca un ruolo fondamentale nel raggiungimento della sostenibilità. La scelta di materiali (riutilizzabili o riciclabili), della progettazione (ottimizzata per geometria, pesi e necessità operative legate al funzionamento dell’opera), dei processi produttivi (certificati e controllati in ogni singola fase) consentono di ottenere strutture resistenti e durevoli, integrate in modo armonioso nel paesaggio circostante, con un basso impatto ambientale sull’intero ciclo di vita delle strutture ed in grado di ospitare impianti per produrre energia green.

Sono questi alcuni aspetti caratteristici che fanno sì che l’edilizia industrializzata in calcestruzzo si proponga come una delle tecnologie più promettenti per affiancare lo sport nel raggiungimento degli obiettivi ad esso attribuiti dall’ONU. La realizzazione dell’edificio in sé non è però il solo contributo della prefabbricazione allo sviluppo sostenibile. Sono prefabbricate, infatti, anche alcune attrezzature sportive (ad esempio le pareti di arrampicata), i sistemi di gestione e trattamento delle acque reflue e delle acque meteoriche delle strutture sportive, nonché le pavimentazioni dei piazzali circostanti stadi e palazzetti, le opere per la gestione ed il contenimento del traffico (new jersey, spartitraffico, cordoli, etc) e molto altro ancora.

Audrey Azoulay, direttore generale dell'Unesco, ha dichiarato “I valori dello sport sono valori di universalità e armonia, si basa sui concetti di rispetto, comprensione, integrazione e dialogo, e contribuisce allo sviluppo e alla realizzazione degli individui senza distinzione di età, sesso, origini, credenze e opinioni. Lo sport è un forum unico per l'azione e la riflessione per trasformare le nostre società". La trasformazione va accompagnata in ogni aspetto, a partire dai luoghi dello sport, in coerenza con i valori fondamentali di questo linguaggio universale che accomuna popoli, culture e generi. Un linguaggio potente e diretto, su cui le Nazioni possono spingere per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.