CSRD: quale impatto per le imprese del settore dei prodotti prefabbricati in calcestruzzo?
23/10/2023
Sostenibilità
Ing. Antonella Colombo, Segreteria Tecnica ASSOBETON

CSRD è l’acronimo con cui viene indicata la Corporate Sustainability Reporting Standard Directive, Direttiva (UE) 2022/2464, entrata in vigore il 5 gennaio 2023. La CSRD modifica il precedente regime della rendicontazione non finanziaria (Direttiva n. 34/2013 Non Financial Reporting Directive, NFRD,), ampliando la responsabilità delle imprese in tema di economia sostenibile. Dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, avvenuta il 16 dicembre 2022, l'Italia ha a disposizione 18 mesi per recepire la Direttiva nella legislazione nazionale.

L’ampiamento del campo di applicazione avrà influenza anche sui fabbricanti di prodotti prefabbricati in calcestruzzo? Da quando sarà applicabile la nuova rendicontazione non finanziaria?

Nell’articolo riportiamo i primi strumenti utili per rispondere a queste domande e vediamo anche quale ruolo potrà giocare ASSOBETON nell’accompagnare le aziende verso l’allineamento con i requisiti della Direttiva.


Il contesto normativo europeo

La centralità del tema dello sviluppo sostenibile è stata riconosciuta dalle massime istituzioni mondiali attraverso l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi. L’Europa ha concretizzato il proprio impegno sul tema varando un ambiziosissimo piano i cui diversi tasselli sono anche oggi in via di approvazione. Risale al 2019 il Green Deal europeo, il pacchetto di iniziative che mira a fare dell’Europa il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050. In risposta alla crisi pandemica di Covid-19 il pacchetto è confluito nel Next Generation EU, il piano di investimenti per rilanciare l’economia europea nel segno della sostenibilità. A queste misure si è affiancato, nel 2018, un ambizioso Piano d’Azione sulla Finanza Sostenibile, adottato dalla Commissione europea, che si pone l’obiettivo di accelerare la transizione sostenibile dell’economia reale attraverso il rapporto con le banche e la finanza.

In questo contesto si inserisce la CSRD. L’obbligo, per alcuni tipi di società (le società quotate e gli intermediari finanziari), di rendicontare anche le informazioni necessarie a far comprendere l’andamento, i risultati e l’impatto della propria attività rispetto agli ambiti ESG (E – Environment, S – social, G - governance) è stato introdotto inizialmente dalla Non-Financial Reporting Directive (NFRD) 2014/95/EU recepita in Italia con il decreto legislativo 254/16. La NFRD è stata aggiornata dalla CSRD.

Lo scopo della CSRD è quello di guidare le società verso un'economia maggiormente sostenibile attraverso la divulgazione, al pubblico, dei dati aziendali sull’impronta ambientale, sociale, relativi ai diritti umani e di governance. La Direttiva introduce requisiti di rendicontazione adattati e graduati alla dimensione dell’impresa prevedendo anche un periodo transitorio per prepararsi. Per la rendicontazione le aziende dovranno utilizzare gli appositi European Sustainability Reporting Standard (ESRS), attualmente in corso di approvazione, per garantire maggiore uniformità, completezza, trasparenza e comparabilità delle dichiarazioni non finanziarie.

In tutto questo, al fine di evitare fenomeni di greenwashing, il Regolamento UE 852/2020 ha introdotto la Tassonomia delle attività ecosostenibili, ossia una classificazione delle attività economiche ritenute idonee a contribuire agli obiettivi climatici e ambientali dell’Unione europea. Già con la NFRD, e in maniera più estesa con la CSRD, le imprese non finanziarie devono dichiarare le quote di fatturato e di spese in conto capitale e operative associate alle attività economiche classificate come ecosostenibili. Anche le aziende non obbligate dalle Direttive sono comunque incoraggiate a fare ricorso alla Tassonomia, quale strumento utile per meglio definire le proprie strategie di sostenibilità o attrarre investitori e finanziatori.

Il fine ultimo del quadro normativo che si sta definendo in Europa è quello di creare un’economia moderna incentivando una transizione socialmente giusta verso un sistema economico sostenibile. In pratica, gli obiettivi che si vuole perseguire sono:

  • riorientare i flussi di capitali verso investimenti ESG al fine di realizzare una crescita sostenibile e inclusiva;
  • gestire i rischi finanziari derivati dai cambiamenti climatici, l'esaurimento delle risorse, il degrado ambientale e le questioni sociali;
  • promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine nelle attività economico-finanziarie.


A chi si applica la CSRD?

La CSRD prevede l'obbligo di rendicontazione sulla sostenibilità per:

  • tutte le società europee quotate sui mercati finanziari, ad eccezione delle microimprese;
  • tutte le grandi società europee non quotate sui mercati finanziari, che soddisfino almeno due criteri:
    - fatturato superiore a € 40 Milioni
    - patrimonio netto superiore a € 20 Milioni
    - oltre 250 dipendenti
  • società extra-europee che generino un fatturato di almeno € 150 Milioni all’interno dell’Unione Europea.

È stato stimato che le prescrizioni della Direttiva si applicheranno, in Europa, a circa 50.000 aziende, che saranno chiamate a rendersi responsabili del loro impatto sulla società, sul rispetto dei diritti umani, sulla governance e sull'ambiente.


Quali sono le principali novità introdotte dalla CSRD?

La CSRD introduce una serie di novità che promuovono una maggiore trasparenza e coerenza nella divulgazione delle informazioni sulla sostenibilità. Tra queste novità vi sono:

  • Standard comuni di rendicontazione (European Sustainability Reporting Standard - ESRS) per garantire la coerenza dei contenuti di reporting in tutta l’Unione Europea, che vengono elaborati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG).
  • Requisiti di rendicontazione più dettagliati.
  • Inserimento del bilancio ESG (rendicontazione della sostenibilità) all’interno della relazione sulla gestione.
  • Tassonomia digitale delle norme di rendicontazione della sostenibilità, per consentire l’etichettatura coerente delle informazioni digitalizzate.
  • Verifica delle informazioni da parte di terzi per aumentare l’affidabilità e la credibilità dei report di sostenibilità. I rapporti dovranno essere, infatti, certificati da un auditor o certificatore indipendente accreditato.
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Da quando diventerà obbligatoria la rendicontazione di sostenibilità prevista dalla CSRD?

Secondo la CSRD, i diversi tipi di società saranno obbligati a pubblicare una rendicontazione di sostenibilità in tempi diversi.

Linea Temporale Csrd

Quali sono i contenuti della rendicontazione di sostenibilità?

Le imprese soggette alla CSRD sono tenute ad includere nella relazione sulla gestione informazioni necessarie alla comprensione dell'impatto dell'impresa sulle questioni di sostenibilità, nonché informazioni necessarie alla comprensione del modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sull'andamento dell'impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione. In particolare, dovranno essere fornite le seguenti informazioni:

  • una breve descrizione del modello e della strategia aziendali dell’impresa (resilienza del modello in relazione ai rischi connessi alle questioni di sostenibilità, opportunità connesse alle questioni di sostenibilità, modalità di attuazione della strategia, …);
  • una descrizione degli obiettivi temporalmente definiti connessi alle questioni di sostenibilità individuati dall'impresa, inclusi, ove opportuno, obiettivi assoluti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra almeno per il 2030 e il 2050, una descrizione dei progressi da essa realizzati nel conseguimento degli stessi e una dichiarazione che attesti se gli obiettivi dell'impresa relativi ai fattori ambientali sono basati su prove scientifiche conclusive;
  • una descrizione del ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo per quanto riguarda le questioni di sostenibilità e delle loro competenze e capacità in relazione allo svolgimento di tale ruolo;
  • una descrizione delle politiche dell'impresa in relazione alle questioni di sostenibilità;
  • informazioni sull’esistenza di sistemi di incentivi connessi alle questioni di sostenibilità;
  • una descrizione delle procedure di dovuta diligenza applicate dall'impresa in relazione alle questioni di sostenibilità;
  • una descrizione dei principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell'impresa e alla sua catena del valore;
  • una descrizione di eventuali azioni intraprese dall'impresa per prevenire o attenuare impatti negativi, effettivi o potenziali, o per porvi rimedio o fine, e dei risultati di tali azioni;
  • una descrizione dei principali rischi per l'impresa connessi alle questioni di sostenibilità (principali dipendenze dell'impresa da tali questioni, modalità di gestione di tali rischi);
  • indicatori pertinenti alla comunicazione delle informazioni.


Che cos’è il principio della doppia materialità o doppia rilevanza?

La direttiva CSRD introduce un nuovo concetto per la rendicontazione di sostenibilità: la doppia materialità. Secondo questo criterio le aziende devono considerare non soltanto i loro impatti sul mondo esterno, ma anche gli impatti del mondo esterno verso l’azienda. La doppia materialità, o doppia rilevanza, è l’unione dell’impact materiality (impatti generati dall’impresa sulle persone e/o sull’ambiente) e della financial materiality (effetti economici dei temi di sostenibilità sull’impresa).

Doppia Materialit 1

Quali sono gli obblighi per le imprese che fanno parte della catena di valore dell’impresa, come nel caso di fornitori o acquirenti/clienti?

Secondo la CSRD, nella rendicontazione di sostenibilità deve essere riportata “una descrizione dei principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell'impresa e alla sua catena del valore, compresi i suoi prodotti e servizi, i suoi rapporti commerciali e la sua catena di fornitura, … omissis…”.

In questo modo, l’oggetto della rendicontazione si estende dai confini dell’impresa alla catena del valore entro la quale l’impresa è inserita. Alle imprese che operano come fornitori/produttori per un’impresa obbligata, pertanto, può essere:

  • richiesto di fornire e condividere informazioni relative ad alcuni specifici indicatori di sostenibilità;
  • imposto il soddisfacimento di requisiti di sostenibilità, ad esempio attraverso obblighi contrattuali.


Quali sono gli effetti della CSRD sui produttori di manufatti in calcestruzzo?

L’effetto della Direttiva non è affatto da trascurare. Le aziende ne potranno essere toccate direttamente, se le dimensioni aziendali rientrano nel campo di applicazione della Direttiva, oppure indirettamente, come parte della catena del valore di un’azienda formalmente obbligata alla presentazione della rendicontazione di sostenibilità. Anche se l’entrata in vigore dell’obbligo della rendicontazione di sostenibilità è dilazionata nel tempo, le aziende devono intervenire per tempo per prepararsi alle richieste che verranno loro avanzate dalla normativa o da clienti/fornitori.

La necessità più rilevante per le imprese del settore è quella di strutturare modelli di business e processi aziendali resilienti agli impatti ambientali attuali e futuri. Sviluppare modelli e processi resilienti è un tema di vitale importanza per tutte le imprese: avere degli asset proprietari e delle catene di fornitura resilienti agli impatti climatici permette di garantire il corretto funzionamento di tutto il processo produttivo anche in presenza di eventi climatici gravi che, in caso contrario, comprometterebbero la capacità di business.

Allinearsi alle richieste della CSRD è però anche un’opportunità: l’integrazione della Direttiva nelle strategie d’impresa richiede una profonda analisi ed un potenziale ripensamento delle modalità di gestione della catena di fornitura, travalicando dunque il perimetro aziendale per andare a toccare anche clienti e fornitori. L’analisi completa del modello e delle strategie di business e dei rischi connessi consentirà, ad esempio, di individuare e avviare processi di efficientamento energetico. Le imprese possono avviare processi di transizione del loro fabbisogno energetico andando a ridurre significativamente i propri costi operativi, grazie all’efficientamento delle proprie strutture operative quali impianti produttivi, macchinari, immobili e catene logistiche.


Conclusioni

La Corporate Sustainability Reporting Standard Directive avrà un impatto fondamentale sull’intero comparto industriale sia in termini di numero di società coinvolte sia per l'incremento delle informazioni da includere nel report di gestione.

La rendicontazione sulla sostenibilità coinvolgerà migliaia di aziende in Italia. L’effetto positivo non sarà solo sulla sostenibilità aziendale, ma anche per il beneficio reputazionale cui conseguirà il miglioramento dell'accesso al capitale finanziario, oltre ai riflessi positivi sull'ambiente e sulla società.

Alla luce di un contesto così complesso e interrelato, appare evidente il ruolo che ASSOBETON potrà coprire nell’accompagnare le aziende associate verso l’allineamento con i requisiti della CSRD. Assume particolare rilevanza l’opportunità per tutte le aziende del comparto della prefabbricazione in calcestruzzo di mettere a fattor comune competenze, sinergie, programmi e risorse per lavorare insieme in un’ottica di partnership. Fare squadra all’interno di un ecosistema rende più semplice ed efficiente attuare strategie e programmi di sostenibilità anche per la propria organizzazione. Collaborare con altre imprese consente infatti di affrontare in modo più efficace ed efficiente le sfide attuali e prospettiche, progettando soluzioni innovative grazie al rafforzamento delle rispettive competenze ed expertise e riducendo i costi di esecuzione della strategia condivisa.