Carbon Accounting for Building Materials (CA4BM)
13/07/2023
Sostenibilità
Alessandra Ronchetti, Segreteria tecnica di ASSOBETON

Il 28 aprile 2023 è stato presentato ai soci delle associazioni promotrici l’esito dello studio CA4BM, acronimo di Carbon Accounting for Building Materials, relativo alla contabilizzazione dell’impronta carbonica dei materiali da costruzione.1

Obiettivo dello studio, commissionato da un consorzio di federazioni Europee e internazionali che rappresentano il settore dei prodotti da costruzione a base minerale e affidato a LBP Sight e Royal Haskoning DHV, era quello di ampliare le conoscenze scientifiche sulle metodologie di valutazione dell’impatto dei materiali da costruzione, stimolando un impegno alla decarbonizzazione fondato su metodi confrontabili, per consentire al legislatore di impostare in modo corretto le politiche europee in materia.

Ca4bm 28 Aprile

Verso una più corretta valutazione della carbon neutrality

Dalla ricerca è emerso non soltanto che tutti i materiali stanno mettendo in campo sforzi importanti per la decarbonizzazione, ma anche che le costruzioni realizzate con materiali rinnovabili non sono a priori carbon neutral e che, per una valutazione corretta, vanno considerate tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, dall’approvvigionamento delle materie prime, al processo produttivo, al trasporto, al fine vita.

Il settore dei materiali minerali partiva da una buona conoscenza dei propri prodotti, delle loro prestazioni e del loro impatto. Meno chiari risultavano i messaggi del mondo dei materiali a base biologica, la loro fondatezza, oltre al possibile impatto di un eventuale incremento dell’impiego di questi materiali nelle costruzioni.

Ciclo del carbonio

Rappresentazione grafica del ciclo di carbonio (fonte CA4BM)

I punti di partenza dello studio sono stati i seguenti:

  • l’evidenza dei cambiamenti climatici e di eventi estremi sempre più frequenti,
  • le difficoltà a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa per il 2030 e il 2050,
  • l’esigenza di decarbonizzare il settore delle costruzioni,
  • la necessità di effettuare scelte basate su evidenze scientifiche,
  • l’importanza di chiedere al mondo politico piani a lungo termine e condizioni di equa competizione.

Studi LCA e analisi di contesto per una visione di lungo periodo

Il raggiungimento di un'economia a zero emissioni di carbonio entro il 2050 è uno dei pilastri fondamentali del Green Deal europeo. Per valutare i passi compiuti e i risultati ottenuti è necessario che le valutazioni siano svolte con metodi trasparenti e condivisi ed è necessaria una visione di lungo periodo, che tenga conto dell’intero contesto. La possibilità di valutare l’impatto dei materiali e prodotti da costruzione, basandosi su dati completi e affidabili è fondamentale, sia per consentire alla politica di assumere decisioni corrette, sia per raggiungere l’obiettivo di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Il principale messaggio emerso dallo studio è quello della necessità di studi LCA basati sull’intero ciclo di vita dell’edificio o infrastruttura, che valutino in modo corretto i materiali e i loro flussi di approvvigionamento. Spesso le stime dell’impatto dei materiali non vengono realizzate con il livello di dettaglio adeguato e non partono da ipotesi corrette. Vengono modellati solo alcuni aspetti e i risultati non sono in linea con le ipotesi. Lo sviluppo di apposite linee guida in materia è dunque sempre più urgente e necessario.

Nello studio viene evidenziato, inoltre, come non siano possibili valutazioni, a priori, che esulino dal tipo di edificio e dal suo contesto. Dovrebbero essere i progettisti a scegliere, caso per caso, i materiali più idonei per il progetto.

Materiali minerali o organici nelle costruzioni: i presupposti per una scelta corretta

L’assunzione che le costruzioni in legno, realizzate con materiale proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, siano ad impatto zero non risulta corretta. In molti degli studi esaminati, ci sono incongruenze nelle valutazioni: spesso non si tiene conto del carbonio rilasciato dal suolo e in molti casi si considera, per esempio, il carbon uptake dell’intero albero, non tenendo conto che solo una parte del legno è utilizzabile per le costruzioni.

Lo studio CA4BM ha stimato anche le conseguenze e gli effetti che deriverebbero dall’utilizzo esclusivo di materiali biologici nel settore delle costruzioni: sottrarre alberi alle foreste per utilizzarli negli edifici ha conseguenze ambientali che vanno valutate. Si deve inoltre tenere in conto che il processo di incenerimento del legno produce emissioni, anche se consente di evitare l’utilizzo di carburanti fossili. Lo stoccaggio temporaneo del carbonio va conteggiato correttamente e, ad oggi, manca un metodo condiviso per farlo.

L’impatto della sostituzione di materiali da costruzione tradizionali con il legno va valuto in modo corretto, partendo dagli stessi presupposti. Molte ricerche sostengono l’effetto benefico della sostituzione di materiali minerali con il legno, partendo dal presupposto che, a differenza di quest’ultimo, i materiali minerali non miglioreranno il proprio impatto in futuro. Queste ricerche sembrano ignorare che tutti i materiali da costruzione stanno mettendo in campo sforzi per ridurre l’impronta ambientale dei loro cicli produttivi. Se non si parte dalle stesse assunzioni, non è possibile valutare correttamente soluzioni alternative.

Nell’operare confronti andrebbe quindi considerata la riduzione dell’impatto dei materiali minerali, raggiunta grazie alle azioni messe in campo dal settore. E’ bene infatti tenere in conto che, come il settore del legno, anche quello dei materiali minerali sta mettendo in campo sforzi per decarbonizzare; inoltre, le emissioni di CO2 ed i cambiamenti climatici che ne derivano non sono l’unico aspetto da considerare nella scelta dei materiali da costruzione.

(fonte CA4BM)

Piani a lungo termine e condizioni di equa competizione

Le associazioni promotrici dello studio hanno voluto sostenere, in modo scientifico, il principio di neutralità dei materiali. Tutti i materiali possono avere spazio nel settore delle costruzioni, così come tutti i materiali devono mettere in campo il proprio impegno per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti e delle costruzioni realizzate con essi. Ipotizzare, per il futuro, l’impiego di un solo materiale da costruzione non è realistico. Inoltre, va considerato che l’effetto benefico dello stoccaggio di carbonio del legno è legato alla pianta “viva”, mentre la raccolta di legname riduce lo stoccaggio di carbonio della foresta. La Commissione ha promosso, attraverso diversi atti legislativi, l’utilizzo del legno nelle costruzioni. Le politiche dovrebbero invece stimolare l’impegno di tutti i produttori di materiali da costruzione a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, in modo scientifico e dimostrabile, tenendo conto che i prodotti in legno non sono “neutrali” in quanto rinnovabili, e che un maggior utilizzo di legno nelle costruzioni porterà ad una significativa perdita di foreste. La ricerca CA4BM ha ampiamente dimostrato che il “temporary carbon storage” non è un metodo scientifico2 e che le politiche dovrebbero promuovere obiettivi basati sulle prestazioni e lasciare ai progettisti la scelta dei materiali più idonei per i singoli progetti, in base alla localizzazione ed al tipo di edificio. L’ evento di presentazione dello studio CA4BM ai membri del Parlamento Europeo con competenze nel settore delle costruzioni, che si è svolto lo scorso 5 giugno è stato organizzato proprio per poter trasmettere questo messaggio al mondo della politica.

L’invito a tutti gli operatori del settore è quello di far arrivare il messaggio ai decisori a livello nazionale, illustrando gli esiti della ricerca e invitando i decisori a visitare i siti produttivi.


No ai messaggi semplicistici

Bisogna imparare a diffidare di affermazioni come “in qualche minuto nella Foresta Nera cresce il legno per fare una casa”. Del legno che cresce, nelle costruzioni si può utilizzare circa il 20%. Inoltre, di case non ne serve una, ma ne servono milioni. Lo studio CA4BM elide i preconcetti e pone la scelta dei materiali nelle mani del progettista, in base allo specifico progetto, alla sua localizzazione ed al tipo di edifico da realizzare.

CA4BM sottolinea anche che non ha senso considerare gli EPD come strumenti di confronto diretto fra materiali, come già chiaramente evidenziato nella normativa europea. Questo perché gli EPD sono in continua evoluzione, oltre ad essere documenti complessi, che pochi sono in grado di leggere e interpretare. Una valutazione corretta non può essere fatta solo a livello di prodotto; è necessario ragionare almeno a livello di unità funzionale, meglio ancora a livello di edificio. Nelle valutazioni vanno inclusi tutti i materiali impiegati, anche quelli “ausiliari” come per esempio le colle.

La documentazione disponibile

I risultati della ricerca sono disponibili nel sito www.ca4bm.org.

I documenti che si possono scaricare sono: il rapporto completo, un sommario e il comunicato stampa.

E’ anche possibile visualizzare la registrazione dell’evento del 28 aprile.



NOTE

1 Avviato nel dicembre 2021, lo studio è stato pubblicato nel giugno 2022, dopo essere stato sottoposto a peer-review, e la prima presentazione ufficiale è avvenuta l’8 giungo 2022.

2 Secondo alcuni studi i prodotti forestali vanno oltre la neutralità, funzionando come serbatoio temporaneo di carbonio, consentendo di ridurne le emissioni nel tempo. Questo argomento ha generato pareri discordanti nel mondo accademico.